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mercoledì 20 aprile 2011

E mo tocca a me!

Visto sul Blog l'interessamento al Latino di qualcuno di noi non potevo non metterci del mio xDDxDD Quindi, grazie al mio ormai celeberrimo tempo libero mi sono fatto passare gli appunti della famosa amica del pedagogico sui nominativi della terza declinazione che ho incrementato grazie a Wikipedia.
(Premetto che con Sigma intendo la S, non me chiedete perché ma tutto il materiale che ho trovato parlava di Sigma)

Il Nominativo della Terza Declinazione

Glutturali


C

+Sigma (S) = X (Generalmente hanno una sola consonante prima della -is)

G

Es.

Rex, Regis

Dux, Ducis

(Si può avere EX nei temi (ciò che c'è prima della -is) in -IC ed -IG)



Labbiali


P

+Sigma (S) = S

B

Es.

Urbs, Urbis

(Si puù avere EPS nei sostantivi in IP/UP)


Dentali


D

+Sigma (S) = Caduta della Dentale + S

T

Es.

Glans, Glandis

Campas, Campadis

Libertas, Libertatis

(Si può trovare ES nei sostantivi in ID/IT (Militis ha al nominativo Miles))


Nasali


N (Se c’è cade)

+Sigma (S) = -is

M


Es.

Sanguis, Sanguinis

(Su wikipedia riguardo le nasali era un casino quindi ho preferito non trascrivere)


Liquide (Nominativo Asigmatico––> senza Sigma)


L

Senza Sigma

R

Es.

Sol, Solis

Imperator, Imperatoris


Detto ciò c'è da dire che le regole che ho dato valgono per i sostantivi IMPARISILLABI e ciò che ho specificato e tratto da Wikipedia. Comunque la regola più generale, a mio avviso è l'aggiunta della S e poi, ad orecchio avvertire i cambiamenti. Quindi, ad esempio e senza valutare minimamente le regole sopracitate:


Militibus => Milit => Milits


Ad orecchio si sente che il suono finale non quadra e quindi si arriva a Milis che non è corretto perché, come sappiamo, il nominativo corretto è in -es ma si avvicina di molto al nominativo originale e ci permette di individuarlo sul Dizionario.


Se non sono chiari fatemelo sapere che tentodi scriverli meglio oppure chiediamo alla Rocchi spiegazioni.

martedì 12 aprile 2011

Latino e aggettivi della seconda classe

Questo è il sito per esercitazioni di latino con verifica e punteggio:

http://kappi.altervista.org/ITA/scuola/latino/esercizi.html

Questa è invece la lista completa di aggettivi a tre terminazioni:
acer, acris, acre: "aspro"
alacer, alacris, alacre: "alacre"
celeber, celebris, celebre: "celebre"
celer, celeris, celere: "celere"
puter, putris, putre: "putrido"
saluber, salubris, salubre: "salubre"
volucer, volucris, volucre: "alato"
campester, campestris, campestre: "campestre"
equester, equestris, equestre: "equestre"
paluster, palustris, palustre: "palustre"
pedester, pedestris, pedestre: "pedestre"
silvester, silvestris, silvestre: "silvestre"
terrester, terrestris, terrestre: "terrestre"
A questi devono essere aggiunti, ovviamente, i composti degli stessi (per esempio insaluber, -bris, -bre).

Fanno parte degli aggettivi della seconda classe a tre terminazioni anche i nomi degli ultimi quattro mesi dell'anno (in latino i nomi dei mesi erano in realtà degli aggettivi):

September, Septembris, Septembre
October, Octobris, Octobre
November, Novembris, Novembre
December, Decembris, Decembre

fatto da MariaM, FrancescO, GiorgiA.

Con la collaborazione....

Con la collaborazione di Matteo Imperio, Rossella Maresca e Alessio Manuelli di IG, ho scritto il testo che ci ha chiesto al Prof. Di Liello. Eccolo di seguito:

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PARTECIPAZIONE DELLE CLASSI IG e IH alla manifestazione del 16 marzo


Le Classi IG e IH hanno deciso di partecipare alla manifestazione per i 150 anni dell’Unità d’Italia ricordando due eventi drammatici della nostra storia attraverso i due libri che abbiamo letto nell’ultimo mese. Ci riferiamo alle Guerre mondiali e all’ opera di Emilio Lussu, “Un anno sull’Altipiano” e a quella di Mario Rigoni Stern, “Il sergente nella neve”, libri che tutti noi abbiamo trovato bellissimi e di cui consigliamo la lettura a tutti i nostri compagni di altre scuole italiane.

Il primo passo che leggeremo si riferisce al libro di Emilio Lussu. L’autore ricorda qui il momento in cui, non visto, può uccidere a freddo un soldato austiaco.


L'ufficiale austriaco accese una sigaretta. Quella sigaretta creò un rapporto improvviso fra lui e me.
Fu un attimo. Il mio atto del puntare, ch'era automatico, divennne ragionato. Dovetti pensare che puntavo, e che puntavo contro qualcuno.
L'indice che toccava il grilletto allentò la pressione. Pensavo. Ero obbligato a pensare.
Avevo il dovere di tirare. E intanto non tiravo. Avevo di fronte un ufficiale, giovane, inconscio del pericolo che gli sovrastava. Avrei potuto sparare mille colpi a quellla distanza, senza sbagliarne uno. Bastava che premessi il grilletto: egli sarebbe stramazzato al suolo.
Questa certezza che la sua vita dipendesse dalla mia volontà, mi rese esitante. Avevo di fronte un uomo. Un uomo! Un uomo!
Ne distinguevo gli occhi e itratti del viso.
La luce dell'alba si faceva più chiara ed il solo si annunziava dietro la cima dei monti. Tirare così, a pochi passi, su un uomo... come su un cinghiale!!
Uccidere un uomo, così, è assassinare un uomo. Non so fino a che punto il mio pensiero procedesse logico. Certo è che avevo abbassato il fucile e non sparavo.
In me s'erano formate due coscienze, due individualità, una ostile all'altra.
Dicevo a me stesso: "Eh! Non sarai tu che ucciderai un uomo, così!


Quelli che seguono sono invece passi tratti dal “Sergente nella neve”. Qui Mario Rigoni Stern ci presenta l'inizio della ritirata italiana dalla Russia, il momento cioè in cui egLi e i suoi compagni abbandonano il caposaldo.


Pag. 44-45

Ero solo. Dalla trincea sentivo i passi degli alpini che si allontanavano. Erano vuote le tane. Sulla paglia che una volta era il tetto di un'isba giacevano calze sporche, pacchetti vuoti di sigarette, cucchiai, lettere gualcite: sui pali di sostegno erano inchiodate cartoline con fiori, fidanzati, paesi di montagna e bambini. Ed erano vuote le tane, vuote, vuote di tutto ed io ero come le tane. Ero solo sulla trincea e guardavo nella notte buia. Non pensavo a nulla. Stringevo forte il mitragliatore. Premetti il grilletto, sparai tutto un caricatore; ne sparai un altro e piangevo mentre sparavo. Saltai nella trincea, entrai nella di Pintossi a prendere lo zaino. Vi erano delle bombe a mano e le gettai nella stufa. Levai ad altre bombe le due sicurezza e le posai piano sul fondo della trincea. Mi incamminai verso la valletta. Incominciava a nevicare. Piangevo senza sapere di che piangevo e nella notte nera sentivo solo i miei passi nel camminamento buio. Nella mia tana, inchiodato ad un palo, rimaneva il presepio in rilievo che mi aveva mandato la ragazza per il giorno di Natale.


La ritirata è ormai iniziata. Il sergente Rigoni, dopo aver controllato la presenza dei suoi uomini, trova finalmente un'isba dove riposare; nonostante ciò non riesce a dormire.

Pag. 54
Sono le undici, ora, dormirò tre ore. E mi butto giù sui cuscini, vestito e con le scarpe addosso. Ma perché non sono capace di dormire? Perché sto con le orecchie tese a sentire se sparano? Perché non viene il sonno? Da tanti giorni non dormo. Ritornano i due imboscati che erano fuori e sento che parlano fra di loro; sento un bambino che piange e sto con gli occhi aperti a guardare la parte di terra gialla. Il caposaldo, i chilometri, i miei compagni, i russi morti nel fiume, la Katiuscia, i miei paesani, il tenente Moscioni, le bombe a mano, la donna russa, i muli, i pidocchi, il moschetto. Ma esiste ancora l'erba verde? Esiste il verde? E poi dormo; dormo, dormo. Senza sognare nulla. Come una pietra sotto l'acqua.



Nel passo che segue, il sergente Rigoni Stern entra in un'isba all'interno della quale mangiano alcuni soldati russi. Dopo un momento iniziale di reciproco sconcerto, le padrona di casa, senza fare distinzioni, offre del cibo al soldato italiano. E’ un momento di toccante umanità, perché la guerra si sospende davanti alla vita, e tutti mangiano in silenzio e rispetto reciproco.

Pag. 108
Vi sono dei soldati russi, là. Dei prigionieri? No. Sono armati. Con la stella rossa sul berretto! Io ho in mano il fucile. Li guardo impietrito. Essi stanno mangiando attorno alla tavola. Prendono il cibo con il cucchiaio di legno da una zuppiera comune. E mi guardano con i cucchiai sospesi a mezz'aria. "Mniè khocetsia iestj" dico. Vi sono anche delle donne. Una prende un piatto, lo riempie di latte e miglio, con un mestolo, dalla zuppiera di tutti, e me lo porge. Io faccio un passo avanti, mi metto il fucile in spalla e mangio. Il tempo non esiste più. I soldati russi mi guardano. Le donne mi guardano. I bambini mi guardano. Nessuno fiata.


Ed ecco forse il passo più commuovente dell'intero libro. Qui il sergente Rigoni descrive alcuni dei suoi compagni caduti. E’ un passo che presenta la vera crudeltà dei conflitti bellici, la morte di tanti innocenti.
E’ un passo che ricorda a tutti noi i caduti delle Guerre, nostri fratelli da non dimenticare.



Pag. 115
E anche Giuanin è morto. Ecco Giuanin, ci sei arrivato a baita. Ci arriveremo tutti. Giuanin è morto portandomi le munizioni per la pesante quando ero giù al paese e sparavo. È morto sulla neve anche lui, che ne ricovero stava sempre nella nicchia vicino alla stufa e aveva sempre freddo. Anche il cappellano del battaglione è morto: "Buon Natale, ragazzi, e pace". È morto per andare a prendere un ferito mentre sparavano. "State sereni e scrivete a casa". "Buon Natale, cappellano". E anche il capitano è morto. Il contrabbandiere di Valstagna. Aveva il petto passato da parte a parte.

Alcune eccezioni degli aggettivi della seconda classe

Alcuni aggettivi ad una sola uscita si scostano dalla normale declinazione: hanno l’ablativo singolare in -e, il genitivo plurale in -um, mancano del nominativo, accusativo, vocativo neutro plurale. Alcuni sono: pauper, pauperis=povero paupere pauperum princeps, principis=primo principe principum particeps, participis=partecipe partecipe partecipum dives, divitis=ricco divite divitum vetus, veteris=vecchio vetere vetrerum Alcuni aggettivi hanno l’uscita regolarmente in -i all’ablativo, ma il genitivo plurale in -um memor, memoris=memore memori memorum immemor, immemoris=immemore immemori immemorum inops, inopis=bisognoso inopi inopum supplex, supplicis=supplice supplici supplicum vigil, vigilis=vigile vigili vigilum.