domenica 30 gennaio 2011
Colore blog!
Prof per lei va bene ?! Almeno sarà per maggioranza! Si potrebbero mettere anche delle fantasie come sfondo sempre su quelle tonalita!! commentate! il colore verrà messo domani pomeriggio quindi forzaaaa commentate!!
giovedì 27 gennaio 2011
Valga come lezione
al vostro ingresso nella scuola superiore avete sperimentato la cosiddetta autogestione o cogestione (a volte una vera CONgestione)che dir si voglia, praticata in tutte le scuole del regno. Come ha notato Rossella e replicato Alessio, molte cose non sono andate, e ciò non mi stupisce. Pensate un po' che negli anni ho visto anche di peggio, e questo è solo per dire quanto sia complesso e difficile portare a buon fine un'esperienza del genere, e quanta superficialità e "nullafacenza" ci sia in giro e nei cuori degli alunni autogestori... (non vi fidate di chi dice che nelle altre scuole tutte è andato benissimo...)
Naturalmente ho visto anche di meglio, ad esempio la "cogestione" dello scorso anno, che è stata organizzata a partire da dicembre e con il ruolo attivo (forse persino troppo, lo riconosco)di noi professori.
Il punto è per esempio questo.
Forse dovreste smetterla di pensare che un alunno possa "gestire" un corso in modo autorevole e senza annoiare gli altri. O meglio qualcuno ci potrebbe anche riuscire, ma sono casi rari. Forse è il caso ormai di ammettere che "insegnare" è una professione e che ha bisogno di professionisti, i docenti, guarda un po'.
Certo ai docenti si potrebbe chiedere aiuto.
Per esempio avreste potuto dirci "aiutateci" a organizzare l'orario (utilizzo degli spazi, incastri), e poi "aiutateci" ad organizzare, e magari un pochino gestire, "attività" (mi rifiuto di chiamarli corsi). Io per esempio vi avrei aiutato volentieri, per poi diventare invisibile, stare alla finestra e dare una mano quando le cose avrebbero cominciato ad essere sbilenche. Ma voi non avete chiesto il mio aiuto (sì, Alessio - si potevano fare un sacco di cose CARINEEEE), né il mio, né quello dei colleghi.
Inoltre, come dice Alessio, tutto è stato organizzato troppo in ritardo e dando troppo spazio ai tornei sportivi (ma la scuola mica è un palestra, o un cortile! l'educazione sportiva è importantissima, ma voi ne avete fatto la spina dorsale dell'autogestione!). E cosa speravate, in queste condizioni?
Quali le proposte per il prossimo anno?
Se si riprodurrà una cosa del genere (niente di clamoroso, tra l'altro - lo ripeto ho visto di peggio, ma non mi piace lo stesso)io farò la guerra - altro che l'ira del Pelide Achille.
Al contrario io sotterrerò la mia ascia solo alle seguenti condizioni:
1) organizzazione a partire da dicembre in vera collaborazione con noi prof. (attività pensate insieme e condotte in parte insieme)
2) prime due (o tre) ore di recupero o approfondimento obbligatorio (qualcuno neppure portava i quaderni)con compiti a casa. Sospensione delle verifiche, mica dei compiti.
A proposito: visto che "cogestione" è un neologismo che proviene da due parole antiche - CUM + GERERE (verbo latino), mi sapreste dire il suo significato e la sua etimologia?
AD MAIORA
Settimana dell'autogestione quasi finita
ho pensato di scrivere questo post per vedere i vostri pareri su questa settimana dell' autogestione che ormai sta per finire.
Come avrete tutti notato, l'organizzazione è stata veramente pessima! I corsi sono stati organizzati tutti all'ultimo minuto senza avvertire tutti i prof. Inoltre la mancanza di "controllo" se così si può dire da parte del rappresentante di istituto ha creato veri e propri disagi. Un esempio lo è stato l'episodio di oggi, dove sono stati annulati tutti i corsi perchè la professoressa di ed.fisica, non essendo stata avvertita, si è rifiutata di avere la responsabilità dei partecipant ai corsi si auto difesa e danza. Inoltre Il rappresentante di istituto trovava qualunque minimo pretesto per far annullare questa augestione da lui terribilmente organizzata. Voi cosa ne pensate ? commentate non lasciate che abbia scritto così tanto per niente XD
Ora vado ciaooo
p.s= ho messo tutti colorato così è più bello ù.ù
Dopo la visione del film, le domande
1) Elenca e spiega quali sono a tuo parere le differenze più evidenti fra le tre versioni dell'Iliade: il poema omerico, la riduzione letteraria di Baricco e quella cinematografica.
2) Immagina il gioco della torre: essendo obbligata/o a scegliere, quale unica versione salveresti?
3) Confronta i film "20sigarette" e "Troy" relativamente all'immagine della guerra che trasmettono o che hanno voluto trasmettere?
COLORE BLOG!!
rossella
mercoledì 26 gennaio 2011
Ragionamenti tratti da FB
" Non c'è αbbαstαnzα tempo per studiαre ". La colpa è che Un ANNO ha solamente 365 giorni !
Ragioniamoci Insieme:
1) Le DOMENiCHE sono 52 in tutto l'anno. Sapete bene che la domenica si riposa ! 365-52=313 giorni rimanenti.
2) VACANZE ESTiVE. Per circa 75 giorni fa veramente molto caldo e studiare è difficile. 313-75=238 giorni rimanenti.
3) DORMiRE ? Almeno 8 ore al giorno di sonno, quindi (365 x 8 / 24 =) 120 giorni circa. 238-120=118 giorni rimanenti.
4) SPORT. 1 ora al giorno per praticare sport fa bene alla salute ! Dunque: (365 x 1 / 24) =16 giorni circa. 118-16=102 giorni rimanenti.
5) MANGiARE. 2 ore al giorno per mangiare (masticando per bene) fanno (365 x 2 / 24 =) 31 giorni circa. 102-31=71 giorni rimanenti.
6) RELAZiONi (interpersonali). 1 ora per le chiacchierare. L'uomo è un animale socievole ! (365 x 1 / 24 =) 16 giorni circa. Quindi: 71-16=55 giorni rimanenti.
7) ESAMi. Ogni anno ci sono almeno 30 giorni in cui si danno esami e quindi non si può studiare ! 55-30=25 giorni rimanenti.
8) MALANNi. Una persona normale passa circa 10 giorni all'anno in cui non si sta molto bene. 25-10=15 giorni rimanenti.
9) FESTiViTA'. Pasqua, Pasquetta, Pentecoste, Ferragosto, 1° Maggio, Liberazione, Repubblica, Natale, S.Stefano, Capodanno, Immacolata,Ognissanti. Totale 13. 15-13=2.
10) ONOMASTiCO. Non vorrai studiare il giorno del Tuo onomastico ! 2-1=1 . . . Quel giorno è il tuo compleanno: " Come puoi anche solo pensare di studiare ? "
Bilancio definitivo: 0 giorni rimanenti.
Prof, non fa una grinza!
martedì 25 gennaio 2011
lunedì 24 gennaio 2011
Torneo di pallavolo!
Allora.. alcuni di voi sono stati messi in squadra.. e avendo ormai consegnato il foglio devono giocare x forza. Amnche se avete cambiato idea vi chiedo di partecipare in ogni caso tanto una partita dura pochi minuti circa 10 e per dieci minuti non muore nessuno!!
quindi per domani portatevi tutti la tuta !!!
Rossella
p.s=mi raccomando passate parola !!!!!
venerdì 21 gennaio 2011
giovedì 20 gennaio 2011
Tutoring
sabato 15 gennaio 2011
informazioni
venerdì 14 gennaio 2011
giovedì 13 gennaio 2011
Caccia all'errore
Li ho corretti ma con una modalità di "caccia all'errore", nel senso che ho indicato il tipo di errore, lasciando ad ognuno il compito di trovarlo e correggerlo.
Considerate che gli errori sono una risorsa: ci dicono come funziona la nostra mente, dove inciampa e come possiamo aiutarla a non inciampare.
Pagina per i compiti
mercoledì 12 gennaio 2011
Tersite
martedì 11 gennaio 2011
lunedì 10 gennaio 2011
Achille Campanile, "Manuale di conversazione"
Dalla grammatica inglese:
"Portaste il binocolo?"
"No, ma portai il vostro ventaglio."
Col che si imparano parecchi vocaboli, non c'è dubbio. Ma non è chi non veda un ventaglio esser tutt'altra cosa che un binocolo. Non c'è niente in comune fra i due oggetti. Come è possibile parlare di ventaglio a chi vi chiede notizie del binocolo?
Vediamo: dove e quando e perché si può domandare a qualcuno se ha portato il binocolo? In teatro, o in occasione di una gita in luoghi panoramici, o per esigenze belliche.
Ora, ammetto che in un teatro possa essere utile anche un ventaglio, benché abbia tutt'altra funzione e non sarà certo esso che mi permetterà di apprezzare le bellezze d'un corpo da ballo. Ma su una montagna! Che me ne faccio d'un ventaglio se ho bisogno d'un binocolo?
Non parliamo poi d'una casamatta o della tolda d'una nave da guerra. Immaginate un generale nel suo osservatorio o un ammiraglio sul ponte di comando, che durante l'infuriare della battaglia, dovendo seguire le mosse del nemico, domandi all'aiutante di campo "Portaste il binocolo?" e si senta rispondere "No, ma portai il ventaglio". Anche ammesso che faccia molto caldo, in quel momento il comandante ha bisogno di guardare.
Forse gli autori degli esercizi di traduzione immaginano un mondo di stolidi. Ecco un altro dialogo della grammatica inglese.
"Mamma, comperasti la tovaglia?"
"No, ma comperai il rasoio per tuo fratello".
Una famiglia di pazzi, evidentemente. Pazza la madre, che forse immagina si possa apparecchiare la tavola col rasoio; e pazza la figlia, che dal manuale non risulta essersi minimamente turbata alle parole inconsulte della vecchia insensata.
Ancora:
"Vedeste il mio allacciabottoni?"
"No, ma vidi il vostro colletto e polsini"
Magari qui si può ravvisare un barlume di coerenza, in quanto siamo sempre in materia inerente al vestirsi. Ma c'è un abisso tra la domanda e la risposta.
Uno dei torti degli esercizi di conversazione è per l'appunto di non dare quasi mai la terza battuta. S'imparerebbero molte altre parole, magari non delle più ortodosse. Come rispondereste a uno che vi parla di colletto e polsini, quando voi gli domandate notizie dell'allacciabottoni? È evidente:
"O sei un imbecille, o vuoi prendermi in giro. Come ti viene in mente di rispondermi così?"
E giù una sequela di parolacce, che pure hanno la loro utilità nello studio di una lingua.
In conclusione m'è più volte capitato, nell'esprimermi in una lingua straniera imparata di fresco su una grammatica, di essere quanto mai incoerente. Una volta, a un passante che mi domandava: "Sapreste dirmi dov'è la tale strada?" Mi avvenne di rispondere sulla base di un dialoghetto studiato nella grammatica.
"No, ma so dirvi l'età del cugino di vostro padre."
Il passante rispose con una frase che non capii, perché purtroppo, come dicevo, negli esercizi di conversazione manca sempre la terza replica.
Per tacere degli scorci di vita che si possono cogliere, attraverso quegli esercizi, specie se si diffondono in particolari.
"Eravate con vostro padre?"
"No, ero con l'amico di mio padre, ma le mie sorelle erano con vostra madre; siamo stati a vedere la cattedrale."
Bella brigata di cretini, davvero. Tra l'altro c'è da scommettere che ognuno non capiva chi fossero gli altri, quanto a grado di parentela reciproca, durante questa famosa visita alla cattedrale. Perché è soprattutto sull'indicazione delle parentele che queste frasi risultano sibilline.
Doveva essere una mattina grigia in una città gotica del Nord Europa, una pioggerella leggerissima punzecchiava appena i volti dei passanti. I nostri amici, usciti dall'albergo e avendo lasciato qua e là un certo numero d'imprecisati parenti, andavano in fretta verso la cattedrale con le guide in mano. Nella chiesa semibuia tra le navate, si sbirciavano sospettosi:
"Chi è quello?"
"È l'amico di vostro padre, e io sono la madre di un tale che non c'è, perché io sto con le vostre sorelle."
"E che rapporto di parentela c'è fra voi e l'amico di mio padre?"
"Egli è l'amico del padre delle ragazze che stanno con me e che sono vostre sorelle, mentre voi siete l'amico di mio figlio".
È un groviglio.
"Ed io chi sono?"
"Voi siete il figlio dell'amico di quel signore e il fratello delle signorine che stanno con la madre di un altro vostro amico, che non è qui, e questa sarei io."
Basta, basta, c'è da diventare pazzi.
E notate che queste frasi sono tutte rigorosamente dedotte da quella dell'esercizio, quanto a rapporti di parentela, amicizia e semplice compagnia, tra i partecipanti alla visita della cattedrale.
Durante la quale - è ovvio aggiungerlo - il cicerone avrà zittito:
"Signori, occupatevi della cattedrale, invece che di questi pasticci di famiglia; guardate i vetri istoriati."
Dopo la visita, tornati all'aperto:
"Ed ora andiamo a far colazione?"
"No, ma posdomani arriva il cognato di vostro figlio."
E via in fretta, senza volti, senza cervello, mentre una pioggerella leggerissima fa viscido il selciato fra le basse arcate e i negozi di frutta della grigia città gotica. E si sente nell'aria un odorino di cavoli cotti e di birra, mentre il carillon dei pupazzi metallici suona mezzogiorno nella torre del palazzo di città.
Europa, Europa mia! Quando verremo a liberarti?"